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domenica 24 luglio 2016

FUORI DALLA LEGGE DI DIO-CRISTO C'È SOLO SATANA!



Chi prega una divinità diversa da Cristo prega Satana.



Gli idoli e dei pagani

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link:
IL SUO GESTO E’ UNA RESA NEI CONFRONTI DI CHI MASSACRA PER MOTIVI RELIGIOSI! VI SPIEGO PERCHÉ .


Sarà pur stata un’“adorazione silenziosa”, e non una vera e propria preghiera. Sarà pur stato un gesto simile a quello compiuto da Benedetto XVI nel 2006, come s’affanna a precisare il preoccupato portavoce della Santa Sede. Sarà tutto quel che si vuole, ma fa un certo effetto vedere il Papa che si mette a mani giunte verso la Mecca nella Moschea Blu di Istanbul, mentre l’imam recita i versetti del Corano. E fa ancor più effetto pensare che quel Corano è lo stesso che, poco distante da lì, gli islamici usano per eccitare le folle a squartare i cristiani, a impalarli e crocifiggerli. A spazzarli via.

C’è un contrasto troppo forte fra il Papa che rispetta fino all’ultimo tutti i riti dell’Islam, si toglie le scarpe e s’inchina al “mihrab”, e gli islamici che a pochi chilometri dalla Moschea Blu non rispettano nulla dei cristiani. Non le loro chiese, non le tradizioni, non i riti. E nemmeno la loro vita.

Papa Francesco vuole dialogare con l’Islam, si capisce. Ma come si fa a dialogare con chi non vuole farlo? Come si fa dialogare con chi vuole solo abbatterti? Come si fa a dialogare con chi vuole piantare la bandiera del Califfato in piazza San Pietro? Il dialogo è una parola bellissima, che permette discorsi straordinari, preghiere comuni, gesti esemplari. Ci si toglie le scarpe insieme. Ci si inchina alla Mecca. Ci si trova d’accordo con l’imam e il gran muftì. Ma poi, in realtà, gli islamici non vogliono dialogare. L’hanno dichiarato apertamente: vogliono conquistarci. 
E distruggerci.

L’Islam buono e l’Islam cattivo? Una favola. Se fosse vero che i terroristi sono pochi fanatici marginali, non li avrebbero forse già messi a tacere? Non li avrebbero combattuti? Non li avrebbero almeno condannati con durezza? Invece no. Non sento dure condanne unite del mondo islamico contro gli orrori dei tagliagole. Non vedo mobilitazioni dei pellegrini della Mecca per fermare le mani dei loro confratelli. Non vedo fremiti di sdegno contro i massacri che vengono perpetrati contro i cristiani. Anzi: vedo silenzio. Quasi compiacimento. E, anzi, vedo fremiti di anti-cristianità che scuotono tutto il mondo arabo e arrivano perfino in Paesi che fino a ieri laici e nostri amici. A cominciare proprio dalla Turchia che sta scivolando sempre di più nell’Islam radicale, che non a caso sostiene sottobanco le milizie dell’Isis. E il cui presidente Erdogan ha appena riunito i 57 Paesi islamici per incitarli alla rivolta contro di noi: «L’Occidente ci sfrutta, vuole le nostre ricchezze – ha detto -. Fino a quando sopporteremo?».

Qualcuno ha cercato di spiegarmi che c’è pure una differenza tra il gesto di Benedetto XVI (che in moschea si fermò in raccoglimento ma non giunse le mani in preghiera) e quello di Francesco (che invece le ha unite, proprio come se stesse pregando). Se fosse vero, sarebbe un motivo in più per rimanere un po’ perplessi. Ma per rimanere perplesso a me basta, per la verità, vedere un Papa che si rivolge alla Mecca insieme con gli islamici proprio mentre molti islamici che si stanno rivolgendo alla Mecca hanno le mani sporche del sangue dei cristiani.

Mi pare che, dopo il famoso discorso Ratzinger a Ratisbona e la furiosa reazione che ne seguì da parte dei musulmani, i cattolici siano stati costretti a piegarsi. Noi facciamo gesti distensivi e loro moltiplicano i massacri. Noi costruiamo per loro moschee e loro distruggono le nostre chiese. Noi ci inchiniamo ai loro simboli nei nostri Paesi e loro non ci permettono di mostrare i nostri nei loro Paesi. Noi ascoltiamo i versetti del Corano con ammirazione e loro minacciano di declamarli dal Cupolone di San Pietro. Che vogliono trasformare all’incirca in un parcheggio dei loro cammelli.

Capisco l’ansia di Papa Francesco, che è un grande comunicatore, di costruire ponti con tutti: con gli islamici e con i non credenti (Eugenio Scalfari). Ma per costruire i ponti ci vogliono due cose. Primo: bisogna che dall’altra parte non ci sia chi ti vuol sgozzare o annientare, altrimenti è un autogol. Secondo: bisogna che i pilastri siano saldi, tutti e due. E il dubbio è proprio questo: il pilastro dell’Islam è saldo, quello dei non credenti pure. Ma il pilastro cattolico? È incerto. Barcollante. Sradicato. In effetti: non abbiamo radici. Le stiamo perdendo. L’Europa non ce le riconosce. Le chiese si svuotano. I preti invecchiano. I ragazzi non vanno più a catechismo. Dopo la cresima c’è la fuga. I valori del matrimonio e della vita sono messi costantemente in discussione. La famiglia tradizionale è massacrata. Come si può dialogare se non si hanno più valori da rappresentare? Come si possono aprire le porte agli altri, se non si è fortemente saldi dei propri principi? Se i propri valori sono stati attaccati, messi in vendita e liquidati?

In queste condizioni il ponte rischia di crollare. Non per il gesto del Papa, non per una preghiera rivolta alla Mecca, non per la Moschea Blu circondata da Paesi rosso sangue. Il ponte rischia di crollare perché lanciamo gittate in avanti senza assicurarci della nostra tenuta. Non perché loro sono violenti, ma perché noi siamo deboli. E perché anziché rafforzare la nostra debolezza, ci esponiamo alla loro forza. Al loro fanatismo. Alla loro violenza. Fino al giorno in cui sarà troppo tardi.

E ci accorgeremo che quello che ci ostiniamo a chiamare dialogo, in realtà è un loro monologo. O, peggio, una loro invasione. La conquista definitiva. E allora addio cattolici: rivolgersi alla Mecca non sarà più un gesto distensivo. Ma un comando del padrone islamico.
[ciccio]
Fonte: grandecocomero. com


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Leggendo questo articolo di Mario Giordano ho rivisto molti dei mie articoli e contenuti, che sono praticamente identici, fatti in tempi anteriori a questo sull'argomento islam-isis. 


Mentre leggevo m'è arriva la risposta come un fulmine. 

Gesù dice:
"Quando satana mi portò in cima alle guglie, sui precipizi e mi tento con le ricchezze del mondo pretendendo che io Dio e figlio di Dio, mi prostrassi in adorazione, gli risposi; Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto. Per cui dico a tutti i miei apostoli, vicari e a quanti credono in Me, se vi prostrerete anche una sola volta per trovare un punto di unione, innanzi a dei pagani, idoli e demoni, io non vi riconoscerò come mio popolo eletto e sarete cacciati dalla casa del Padre. Il Padre Celeste non abita ne si traveste da pietra, non sta in uno statua, ne in un idolo, ne in una città, ne in un popolo, ma Egli abita i cieli eterni, Io e il Padre Mio abitiamo nelle anime che ci amano e fanno quanto Io Dio ho lasciato a voi fin dalla fondazione del mondo. Chi mi ama e mette in pratica la mia legge, si prostrerà solo e solamente a Me che sono nel Padre e lo manifesto."

Qui si comprende bene che Gesù non riconosce Maometto come suo profeta, ne tanto meno l'islam come fede e religione che si possa unire o legare con il Cristianesimo. Non riconosce nemmeno nessun altra fede fuori da quella cristiana, salvo l'antica fede d'Israele, che rientra perfettamente nella legge antica. 

Per cui si comprende bene che le azioni che ha svolto Bergoglio a nome della Chiesa, sono in realtà totalmente fuori dalla Chiesa stessa e Bergoglio rischia se non torna subito in Cristo di perdere l'eternità. 

Non solo fa ben comprendere che il suo essere prostrato all'islam è un suo pensiero personale e non prende dentro nessun altro appartenente alla chiesa di Cristo, ma il suo operare verso l'islam è volto a elevare l'Islam stesso agli onori degli altari, e portarlo dentro le menti di coloro che nel cristianesimo hanno una fede incerta debole e succube a preti asserviti a satana. 

Le parole di Cristo sono chiare, tanto quanto lo sono quelle del decalogo Sacro!

Non avrai altro Dio all'infuori di Me.
Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.
Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

Quindi la condanna di Dio ricadrà su quanti adorano falsi dei o uomini che si fanno passare per tali.


Benedetto XVI bacchetta Francesco I°

Benedetto XVI torna al suo ruolo di Pontefice Massimo!




La Madre di Dio nelle parole della Emmerick comunica che il vero pontefice è BXVI, anche se Egli or-ora non si riconosce più come tale, ma dall'articolo sotto stante sta ampiamente dimostrando che non è affatto così. La Madre di Dio lo confermo a quel tempo come il vero Pontefice nel tempo odierno, anche dopo la sua defezione apparente, per cui se lo dice Dio, evidentemente lo è in tutto e per tutto. Io non sono nessuno per di diversamente e non credo neppure BXVI, per quanto sia il pontefice o Papa Emerito. 

Le profezie della Beata Emmerick sono perfettamente incentrate in questo doppio papato, solo gli sciocchi non vogliono crederci e vederci la mano di Dio.

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Joseph Ratzinger, ovvero il Papa emerito Benedetto XVI che è stato anche arcivescovo cardinale di Monaco dal 1977 al 1982, segue con grande attenzione i fatti della città tedesca e «prega per le vittime innocenti», esprimendo «condoglianze e vicinanza ai familiari». Segno che Ratzinger non è affatto lontano dalle «cose terrene». Figuriamoci da quelle teologiche e dottrinali, dunque dall’azione di Papa Francesco. A confermarlo è il suo segretario, monsignor Georg Gaenswein. Lo stesso padre Georg, prefetto della Casa Pontificia, forse proprio su indicazione del Papa emerito, è tornato a «smuovere» l’aria attorno e dentro al Vaticano, mettendo nel mirino il successore di Benedetto XVI. Padre Georg, in un’intervista, ha sollevato temi etici e politici che s’intrecciano fra loro, ponendo più di un interrogativo sull’azione di Bergoglio, impegnato a preparare il viaggio ad Auschwitz del 29 luglio dove non è previsto che parli. I discorsi pronunciati nel campo di concentramento nazista da Wojtyla nel 1979 e dallo stesso Ratzinger nel 2006 sono considerati «memorabili».

I segnali - Papa Francesco, forse, vuole evitare il confronto. Nel frattempo avrà modo di riflettere sull’intervista che padre Georg ha rilasciato al quotidiano tedesco Schwäbische Zeitung. Data la delicatezza dei temi trattati ci atteniamo alla traduzione della Nuova Bussola Quotidiana. «Quando un Papa vuole cambiare qualcosa nella dottrina, allora deve dirlo con chiarezza, in modo che sia vincolante», afferma il prefetto della Casa Pontificia, «importanti concetti dottrinali non possono essere cambiati da mezze frasi o da qualche nota a piè di pagina formulata in modo generico. Dichiarazioni che aprono a diverse interpretazioni sono rischiose. Alcuni vescovi hanno davvero la preoccupazione che l’edificio della dottrina possa subire delle perdite a motivo di un linguaggio non cristallino». Padre Georg, dopo aver messo in discussione l’autorità del Papa in carica, più che la sua autorevolezza, analizza le ragioni che stanno a monte dell’azione dell’attuale Pontefice.

«Papa Francesco è fortemente influenzato dalla sua esperienza come provinciale dei gesuiti e soprattutto come arcivescovo di Buenos Aires», afferma l’alto prelato, «già in quella grande città e mega-diocesi si era capito che ciò di cui lui è convinto, lo fa e lo porta fino in fondo senza scrupoli». Deciso dunque, anche a costo di esagerare. «Questo vale anche adesso come vescovo di Roma e come Papa», spiega Padre Georg, «che nei discorsi, rispetto ai suoi predecessori, di tanto in tanto sia un po’ impreciso, e addirittura irrispettoso, si deve solo accettare. Ogni Papa ha il suo stile personale. È il suo modo di parlare, anche correndo il rischio che ciò possa dar adito ad equivoci, a volte anche a interpretazioni avventurose».

Stile a parte, ciò che sembra preoccupare in modo particolare padre Georg è la «tenuta» di Bergoglio. «La certezza che il Papa sia una roccia nei marosi, ritenuto come l’ultima ancora, ha iniziato in effetti a vacillare», sostiene il segretario del Papa emerito, «se questa percezione corrisponda alla realtà e se riproduca l’immagine di Papa Francesco o se sia piuttosto un’immagine dei media, non posso giudicarlo».

Il dubbio - Ma il fatto stesso di ingenerare un forte dubbio è sufficiente a sospettare che Ratzinger non sia lontano dalle cose vaticane. Anzi. «Un vescovo, pochi mesi dopo l’elezione di Bergoglio, ha parlato di effetto-Francesco e, tutto impettito, ha aggiunto che ora era di nuovo bello essere cattolici», sostiene il segretario di Ratzinger, «si poteva percepire di nuovo pubblicamente uno slancio nella fede e nella Chiesa». «Ma questo accade davvero?», si chiede retoricamente l’alto prelato, «dall’esterno non si percepisce un nuovo inizio. La mia impressione è che Francesco goda di grande simpatia come uomo più di tutti gli altri leader del mondo. Ma riguardo alla vita e all’identità della fede questa sua simpatia non sembra avere grande influenza. I dati statistici, se non mentono, mi danno purtroppo ragione». Le presenze alle messe «non sono aumentate», così come «le vocazioni» e il ritorno alla Chiesa di chi «ha abbandonato» non è in crescita. Insomma, visto da dentro, dal centro del centro del mondo «l’effetto Francesco» è solo mediatico. E non pratico.


di Enrico Paoli
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Quello che balena agli occhi, di questo discorso sono alcuni punti fondamentali.

"Lo stesso padre Georg, prefetto della Casa Pontificia, forse proprio su indicazione del Papa emerito, è tornato a «smuovere»"

«Quando un Papa vuole cambiare qualcosa nella dottrina, allora deve dirlo con chiarezza, in modo che sia vincolante»... «importanti concetti dottrinali non possono essere cambiati da mezze frasi o da qualche note a piè di pagina formulata in modo generico."

Sono perfettamente concorde con questo pensiero, se manca trasparenza e pensiero cristallino, che dipani ogni ombra e non ne crei di maggiori, ovviamente si deve specificare punto per punto quello di si vuole far capire, ma con chiarezza meticolosa, direi laser, e non rimanendo al generico, che può dire e far comprendere tutto il contrario di tutto. 

Questo modo di fare è tipico di chi dissimula una volontà di voler cambiare quando in realtà si fa l'esatto opposto, creando confusione a confusione, si lascia di proposito tutto vaporoso, tutto nella nebbia, impalpabile, inafferrabile, così ognuno può intendere quel che vuole come appunto ha detto Bergoglio, "Noi dobbiamo incitarlo a procederlo verso QUELLO CHE LUI PENSA SIA BENE."


"Dichiarazioni che aprono a diverse interpretazioni sono rischiose."

Non credo affatto che siano rischiose, visto che basta basarsi su quelle che sono state le esternazioni e le dichiarazioni che Bergoglio in questi tre anni ha detto e fatto e i resoconti fine sinodo, per non parlare l'Amoris Laetitia, che ha suscitato non poco scandalo. 



"Alcuni vescovi hanno davvero la preoccupazione che l’edificio della dottrina possa subire delle perdite a motivo di un linguaggio non cristallino». 

Io direi che dire l'edificio sia poco, qui c'è in gioco veramente la dottrina della chiesa e la stabilità della stessa, la sua credibilità è stata lesa gravemente in questi tre anni, proprio da questo modo di fare, strano, distorto, confuso e di proposito annebbiato, trasmettendo non fede ma tutto il contrario, se si attende ancora, non ci sarà nulla da fare, già oggi è assai incrinata la barca di Pietro. 
Ma le profezie devono venire, nulla può essere più cambiato, ne un papa emerito potrà far nulla. 


«Un vescovo, pochi mesi dopo l’elezione di Bergoglio, ha parlato di effetto-Francesco e, tutto impettito, ha aggiunto che ora era di nuovo bello essere cattolici», «si poteva percepire di nuovo pubblicamente uno slancio nella fede e nella Chiesa». 

Questo pensiero riportato dal segretario particolare di Ratzinger, mi fatto capire quanto scombussolamento abbia portato Francesco all'interno della chiesa, tanto da paragonare Bergoglio al top-plus-ultra, come dire il pontificato di Benedetto XVI è stato a paragone brutto, diciamola così, eufemisticamente parlando, tanto che l'espressione "di nuovo bello essere cattolici" fa sottintendere che BXVI non lo era per nulla! Come se BXVI e tutti gli altri pontefici appartavano ad un classe di papi preistorici, io sinceramente vedo questa espressione come un rimprovero e pure un offesa a Benedetto XVI da parte di un clero che certamente non ci sentirà a tornare indietro se dovesse mai essere e temo che preferiscano una scissione, ma ad un certo punto meglio così. 

«Ma questo accade davvero?», si chiede retoricamente l’alto prelato, «dall’esterno non si percepisce un nuovo inizio. La mia impressione è che Francesco goda di grande simpatia come uomo più di tutti gli altri leader del mondo. Ma riguardo alla vita e all’identità della fede questa sua simpatia non sembra avere grande influenza. I dati statistici, se non mentono, mi danno purtroppo ragione».

Qui ha perfettamente ragione, Mons. Georg, è tutta apparenza, niente sostanza. 

 

LE ASTUZIE DEL PIÙ ASTUTO PAPA DELLA STORIA.

Bergoglio tenta un recupero d'immagine!





Papa Francesco: "Suore di clausura non si perdano con Facebook"

«Francesco non ci ha vietato nulla E io a Facebook non rinuncerò»


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estratto dei due testi.

scrive Francesco - la cultura digitale 
influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel 
modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le 
persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità 
contemplative.

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Che cosa si dice in questo documento?
«In realtà si tratta di dodici punti che il Papa ha fissato dopo aver esaminato le nostre risposte a un questionario che è stato consegnato due anni fa a tutte le claustrali del mondo».
Quali sono i dodici punti?
«Eccoli: formazione, preghiera, parola di Dio, eucaristia e riconciliazione, vita fraterna in comunità, autonomia, federazioni, clausura, lavoro, silenzio, mezzi di comunicazione e ascesi».
Quando il Papa parla di mezzi di comunicazione che cosa chiede?
«Vi riporto le sue parole così usciamo dall'equivoco: Nella nostra società la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative».


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Si noti la diversità di toni tra il testo di Francesco-Bergoglio e quello che poi lo stesso ha inviato alle stesse suore di tutto il mondo.
Come si nota la solita teatralità, e la solita non verità, al pubblico dichiara una cosa, mentre agli stessi ordine ecclesiastici un altra e anche contraria alle sue stesse parole. Allora come sta la questione, ma è semplice a lui non interessa realmente gli ordini religiosi, perché aveva già dato le sue direttive, liberandoli dalle catene in cui prima di lui essi versavano, ma è tutta una questione d'immagine verso il popolo dei cristiani e quanti altri che mugugnavano che storcevano il naso, in sostanza per far credere di essere ritornato in seno,
è una semplice ed abile strategia, per recuperare le pecorelle a lui avverse, che erano smarrite e far credere loro che ha cambiato idea, cosa assolutamente non vera. Quindi cari fratelli in Cristo attenzione, che il lupo è sempre lo stesso, si è ammantato di agnello ma sempre lupo è.

Quando Cristo apriva bocca sia la prima che l'ultima volta lo faceva con coscienza, sapienza, ed intelligenza, ma sopratutto in Verità, Cristo dal canto suo, non avrebbe mai dato un comando per poi modificarlo nel corso del tempo, quel che ha affermato è rimasto stabile.

Come si fa a credere in un uomo che prima permette qualsiasi cosa, e poi si rimangia tutto?
E' un abile stratega, che usa il gioco delle probabilità applicata alla fede!

Abbiamo un uomo che permette, distrugge, altera, e poi in apparenza fa credere al mondo che è rinsavito! Attendetevi la prossima bordata, state attenti che quando verrà voi sarete cotti e lessi a puntino e non potrete più sfuggirgli. 

lunedì 11 luglio 2016

Il Sant'Uffizio è ancora composto da uomini Santi?

Il Sant'Uffizio è ancora composto da uomini Santi?





Noi tutti abbiamo sempre visto il Vaticano anche in tempi odierni come il luogo preposto alle persone sante dove si ritrovano i migliori sacerdoti, teologi, il meglio della chiesa, questa è sempre stata l'idea che si ha sempre avuto di questo luogo, invece poi sotto sotto si sentivano voci di cose strane, di fatti strani e alle volte turpi, sia nel passato, ma molto di più oggi.

Anzi l'articolo soprastante conferma tutto il vociferare che per decenni e forse anche secoli, il popolo che vivendo a contatto con esso faceva emergere, però l'aurea di santità per quanto esso fosse forte, rimase, oggi invece pare che la sua santità sia stata molto adombrata da molti scandali, che sono emersi e che man mano che il vivere del mondo prosegue emergono sempre più, con forza e prepotenza quasi a voler far emergere delle verità che vanno contro al suo insegnamento.

E il mondo, si chiede e s'interroga, ma gli uomini di chiesa che predicano bene, razzolano poi male che uomini sono? Come negare questo pensiero alla luce di certi eventi, specie quando un mons. Gay così dichiaratosi fa simili dichiarazioni, riportate da una gran parte della stampa internazionale, posso pensare che quest'individuo esageri per pura ribellione al Vaticano stesso, ma certamente queste dichiarazioni anche se fossero solo 1/3 vere sarebbero uno scandalo enorme e sono uno scandalo, che getta ancora più ombre sugli uomini di Chiesa che invece di puntare alla Santità quella che Cristo voleva, puntarono in altri lidi.

Allora giustamente il popolo s'interroga, ma come tu che tieni nella tua bocca le parole di Cristo per il popolo, tu stesso non le pratichi?
Giustamente diciamo dove sta la coerenza di costoro che si ergono a giudici degli altri?
E come puoi tu uomo di chiesa confessare un altro tuo simile, se in te si trova macchia?

Tutte domande lecite sono giuste, e su queste Dio si basa su come il popolo vede gli uomini di chiesa, che invece di essere e andare verso la santità sono diavoli nascosti. Poi a peggiorare la situazione oggi, abbiamo vescovi che esternano cose allucinanti contro Cristo, contro i tradizionalisti Cristiani, contro chi ama pregare e espiare per altri, promuove leggi che Dio non ha mai acconsentito ne pensato, va in toto contro la sua parola, beh allora possiamo dire che la chiesa di questi uomini si sta dirigendo a grandi passi verso la sua fine, come Chiesa di Cristo, volendo esser vista come Chiesa dell'uomo umano con i suoi pregi e difetti, similmente al resto della società accettandosi per com'è, e non tentando di combattere quel male che come dice Cristo alberga nel cuore dell'uomo.

Ma assecondandolo, cercandolo e convivendo con esso, ma allora che Eucarestia si da al popolo se come riporta l'articolo uno su due è gay, con quali mani e con quale coscienza impura si accostano a manipolare le specie sacre? E poi dicono a noi che si può ricevere nelle mani, la sacra Eucarestia senza tanti problemi, quando quelle di alcuni di loro alle volte sono peggio di quelle degli altri?

E se il pensiero non è più quello vero della parola di Cristo?

Gli uomini di chiesa dovrebbero aver come metro Cristo e la sacra famiglia, invece oggi vediamo che i metri sono tutti sfalsati e gli orizzonti sono tutti cambiati. Cristo non ha mai imposto cose terribili ai suoi apostoli ma la semplicità nel loro agire, non ha mai imposto di rinchiudersi dentro a mura, non ha mai detto di agire con coercizione nei confronti dei fratelli, non ha mai bastonato e fatto angherie verso nessuno, invece la chiesa nel corso dei secoli, si sa dalla storia, che ne ha combinate di tutti i colori imponendo volontà che non sono affatto quelle di Cristo, ma sostituendosi spesso e volentieri a Cristo anche in queste decisioni. Così il tempo ha maturato una chiesa, molto diversa dal metro voluto e disegnato da Cristo, pian piano satana è entrato da strette fessure in essa allargandole sempre di più, e ha preso menti e cuori, anche di coloro che dovevano mantenere un rigore più forte, oggi lo spettacolo che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni; è oramai chiaro quale sia il suo intento, quello di protestantizzare le chiesa eliminando quelle che sono le regole imposte anche dai padri della chiesa, ma soprattutto abbattendo le leggi di Cristo che ostacolano il pensiero umano, verso una chiesa libera da preconcetti e volontà divine, facendo divenire Cristo non più un Dio ma un semplice uomo, è già da diversi decenni che nelle università cattoliche si insegna la figura di un Cristo umanizzato e non lo si considera di certo più un Dio vero e proprio, anche se poi nella realtà si continua a vederlo come un Dio, ma sotto sotto si spinge verso questa prospettiva tutto il mondo, oggi le ultime leggi in materia di Dio hanno cambiato radicalmente la sua autorità di unico Dio sugli uomini, l'aver posto mano al decalogo sacro producendo cose completamente diverse dalla volontà dell'Onnipotente Dio e del suo Cristo, sta aprendo gli occhi su chi governa oggi la chiesa e per quali scopi. Se Charamsa prete gay dichiarato era appartenente al Sant'uffiZio mi chiedo come si può chiamare quest'ufficio santo ai giorni nostri, se entro esso ci sono questi personaggi e come si può dire che essi sappiano discernere alla luce dello Spirito Santo chi sia o chi non sia degno di santità se nei loro cuori alberga il male? Con che luce si ragiona, e si giudica l'opera umana anche se questa fosse espressione di quella divina, se nel S. Uffizio sono presenti questo tipo di soggetti?

".Charamsa era docente alla Pontificia università gregoriana e membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, l' ex Sant' Uffizio."

La mente di un omosessuale che è dichiaratamente o nascostamente gay, ha ben altri interessi, e il suo vedere è molto diverso da quello che si richiede per giudicare l'operato di persone in odore di santità. Solitamente un gay è portato a pensieri diversi, a sostenere maggiormente un uomo anziché una donna e spesso anche nel passato si poteva leggere in un atteggiamento maschilista un po dell'essere gay, a considerare le cose dello spirito in modo diverso, perché in esso alberga più satana che Dio, perché ovviamente in costante peccato mortale, peggio ancora se è un prete. E non troviamo scuse puerili, per giustificare i cattivi pensieri, perché il giudizio di Dio su questo è terribile. Ci dimentichiamo sempre troppo spesso che alla fine c'è Dio che giudica. 

Ma forse anche il dimenticarsi, è indice che non si crede più neppure a Cristo come vero Dio.
Come ci si può fregiare del termine Santo se al suo interno la santità è un optional e una rarità?
E cosa un uomo con queste tendenze può insegnare, specie se è prete? 
Non m'interessa fuori dalla chiesa, perchè è un altra cosa, ma nella chiesa che dice di insegnare cose buone e lecite, cosa può insegnare un prete gay? Che vedute ha? 
Similmente a uno che è fuori di essa, senza ombra di dubbio, ma allora le scuole cattoliche gestite da preti? Infatti guarda caso i seminari sono il primo ricettacolo di queste manifestazioni. 

La Santità è una rarità anche nella chiesa di oggi, non solo nella società!!!

E il Vaticano Tace, non risponde alle accuse di questo individuo, ma come dice il proverbio dice "chi tace acconsente," forse non replica perchè altrimenti  il tizio potrebbe essere pungolato a dir di più, se gli accusati non muovono una difesa. E il tacere in questo caso forse è saggiamente migliore, anche se permettere mille congetture e fa peggio che non una giusta difesa, ma tutto dipende se la difesa è difendibile. 

sabato 9 luglio 2016

Siamo sempre alle solite: Parole che vanno contro la volontà di Dio!



Parole che vanno contro la volontà di Dio!




Continuano le esternazioni a sproposito. 
Quando un uomo vuol dir di più del suo Dio, lo giudica.

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link: il Papa: “Amare troppo gli animali è un male”


“I peggiori mali sono povertà, corruzione, tratta delle persone. Posso confondermi con la statistica, ma quali sono gli aspetti per cui le persone spendono di più, dopo alimentazione, vestiti e medicine? Al quarto posto ci sono i cosmetici, al quinto gli animali di compagnia. Questo è grave, eh. Amare gli animali è come programmare l’amore: io posso programmare la risposta amorevole di un cane o di una gattina e non necessito di alcuna esperienza di amore di reciprocità umana. Sto esagerando, non prendetemi alla lettera, però c’è da preoccuparsi.” Lo ha dichiarato il Papa nel corso di una lunga intervista al giornale argentino “La Voz del Pueblo”.
Già lo scorso anno papa Francesco aveva detto che “ci sono cose che a Gesù non piacciono: i matrimoni sterili per scelta, che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità. Forse è più comodo avere un cagnolino, due gatti e l’amore va ai due gatti e al cagnolino” anche se “alla fine, questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine. Non è un matrimonio fecondo”.

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Bergoglio le spara sempre più grosse, e rinnega le stesse parole di Cristo.

Gesù disse:

Matteo 6,26-30

"26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.30 Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?"



Gesù ci parla dell'uomo in relazione agli animali, li pone come metro di confronto, ma sottolinea nel pezzo un particolare che il Padre Celeste li ama tanto e fa comprendere che il suo amore per loro è smisurato, ma dice volete che voi siete meno di loro? Come dire, si Dio ama anche gli animali ma voi non siete meno di loro, non pone un di più ma un uguale, perchè Dio ama tutto il suo creato e tutto il suo creare nello stesso modo, ma noi siamo amati di più di molti altri. 
la frase " Non contate voi forse di più di loro? " sta ad indicare che se non contiamo di più, contiamo uguale, poi aggiunge "Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro."  che i gigli erano di più di Salomone, questo per far capire che Dio apprezza le cose belle nelle cose semplici, e non nel lusso dello scintillio dei vestiti, ma nella luce prodotta dalle anime, il giglio non ha un anima, ma il suo fiore è la sua anima, per cui esso splende di purezza e candore come esso è, cioè dimostra cosa Dio fa per esso, quanto Dio lo ama, quanto lo rende bello e splendente, è un modo per dire che il giglio piccolo fiore che poi si secca e viene pure bruciato, nella sua semplicità è più bello dello splendore e gloria di Re Salomone, e dice "non farà assai più per voi, gente di poca fede?" ecco qui afferma che perchì non insegue la propria gloria e non veste di vesti sontuose, ma si riveste di un anima splendente come un giglio, Dio farà molto di più per noi, che per il giglio stesso! 
Questo ci fa capire che Dio ama tutta la sua creazione nello stesso modo, ma un occhio di riguardo verso coloro che lo glorificano e non si glorificano, perchè i gigli glorificano e dimostrano la gloria di Dio, noi invece spesso ci gloriamo da soli, e non glorifichiamo Dio. 

Nelle parole di Bergoglio, c'è contraddizione, perchè anche gli animali come i fiori non si gloriano, ma in essi glorificano Dio, nel loro essere, perchè mediate essi, noi vediamo Dio, riflesso in essi, per cui se noi non riusciamo a cogliere la gloria di Dio mediante le sue piccole creature come possiamo dire di cogliere la gloria di Dio in noi? 
Il primo ad amare gli animali di un amore immenso è proprio colui che li ha creati, chi sa amare un animale, sa amare anche l'uomo, e rispetta la natura che ci circonda, chi invece non sa amare gli animali, è colui che combatte l'opera gloriosa che Dio ha posto attorno a noi. 
Non si può dire amare gli animali è un male, perchè semmai il vero male sta in chi non è sensibile all'animale e non lo ama, come Dio ama lui, però è anche vero che non puoi tu uomo amare più un animale e amare meno un altro tuo simile, perchè ciò significa che tu non ami nemmeno il tuo Dio che mediante quell'animale dimostra la sua Gloria. 
La domanda e affermazione giusta sarebbe stata, chi poni al primo posto il tuo prossimo o l'animale, il fiore?

Ma non dire amate troppo l'animale è un male, è sbagliato, perchè va contro le parole di Gesù.

"Amare gli animali è come programmare l’amore: io posso programmare la risposta amorevole di un cane o di una gattina e non necessito di alcuna esperienza di amore di reciprocità umana."


L'amore vero, non si può programmare è un sentimento che viene dall'anima, non dal cuore, come Gesù disse, "il cuore è la fonte del male" e vuoi che Gesù non sappia quel che dice?

Nemmeno la risposta amorevole degli animali si può programmare perchè l'affetto dell'animale è istintivo, non programmato, l'animale ti ama e ti riconosce solo se tu sei stato buono con lui e lo hai sinceramente amato, ma se hai fatto qualcosa di non buono se lo ricorda e ti punisce, come si dice il ricordo degli elefanti; questo fa capire che Bergoglio non ama gli animali, e confonde l'amore di questi per noi, con una programmazione statistica, forse egli ama di più la matematica che la natura. 
Contrariamente a Dio che essendo come un ortolano, un pastore, ama più la natura che la matematica.

La seconda affermazione è molto diversa: 

"Già lo scorso anno papa Francesco aveva detto che “ci sono cose che a Gesù non piacciono: i matrimoni sterili per scelta, che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità. Forse è più comodo avere un cagnolino, due gatti e l’amore va ai due gatti e al cagnolino” anche se “alla fine, questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine. Non è un matrimonio fecondo”.

Senza ombra di dubbio non posso che dire che non è vero questo ragionamento, se va nella direzione che penso, ma se per caso mira ad altro cambia il pensiero. 
Nel momento in cui una coppia decide di non aver figli, pur potendo averli, va contro la volontà di Cristo, perchè la famiglia e il matrimonio stesso si regge solo se c'è frutto, quando il frutto non c'è per scelta, il matrimonio si dovrebbe intendersi non valido e annullato e la chiesa dovrebbe porlo come condizione nel rito del matrimonio stesso, se invece l'impedimento è di natura umana, cioè fisico, psicologico e genetico cambia il discorso, il matrimonio è valido. 


Poi la giustificazione degli animali da compagnia, non centra nulla con il decidere di non voler aver figli. Io capisco che l'animale sopperisce alla mancanza dei figli, è che spesso è un atto e peccato anche grave di rifiuto di una vita umana, e in questo caso si traduce in rifiuto dell'esistenza di Dio, se il matrimonio viene contratto innanzi e per benedizione divina, cioè sostenuto e unito da Dio stesso. 
In solitudine arrivano anche molti matrimoni che non possono aver figli per sterilità o reciproca o di uno dei due, ma questo non centra. 

Mi fa ridere la cattiva solitudine, perchè esiste una buona solitudine, è assurdo questo discorso, un pontefice, vescovo, prete non è solo per tutta la sua vita? anche se circondato da tante gente, ma è pur sempre solo e la sua vecchiaia la passa spesso in solitudine, secondo me questo strano e curioso discorso in realtà vuole parare ben più lontano di quello che tutti credono, leggendolo così, io invece ne leggo qualcosa di ben diverso e di ben più sottile e astuto, un messaggio che viaggia nella mente di tanti preti che sono soli effettivamente... Mi sembra un piccolo sassetto gettato in un grande stagno di solitudine, forse un anticipazione alla prospettiva di una chiesa formata anche da preti sposati come quella più ortodossa?  Un tentativo lontano di dir agli alleati, miro a quello?





martedì 28 giugno 2016

Se Cristo per te è Re, come ricevi un sovrano?



Se Cristo per te è Re, come ricevi un sovrano?




Una Signora mi ha posto all'attenzione questo testo.



“29/9/2014
 Come Ricevere il corpo di Cristo? Nel IV secolo San Cirillo di Gerusalemme rispondeva così:
«Quando dunque ti avvicini, non andare con le giunture delle mani rigide, né con le dita separate; ma facendo della sinistra [come] un trono alla destra, dal momento che questa sta per ricevere il Re, e facendo cava la palma, ricevi il corpo di Cristo, rispondendo: Amen. Quindi, santificando con cura i [tuoi] occhi con il contatto del santo corpo, prendi[lo] vegliando a non perderne nulla; poiché, se ne perdessi, sarebbe come se [tu] subissi la perdita di un membro del tuo corpo. Dimmi infatti, se qualcuno ti desse delle pagliuzze d’oro, non te ne impossesseresti forse con ogni cura, facendo attenzione a non perderne alcuna per non subirne danno? Non veglierai dunque con molta maggior cura su ciò che è più prezioso dell’oro e delle pietre preziose, perché non ne cada neppure una briciola? [...] Quindi, in attesa dell’orazione, rendi grazie a Dio che ti ha reso degno di così grandi misteri». (Catechesi Mistagogica V, 21).
L’accurata descrizione della posizione delle mani è presente anche in S. Giovanni Crisostomo e S. Ambrogio.
Scrivo questo post per provare a rispondere a quanti restano scandalizzati dalla possibilità di ricevere il Corpo di Cristo nelle Mani. Il 19 luglio 1989, infatti, la Conferenza Episcopale Italiana ha dato ai fedeli questa possibilità. Ribadisco che si tratta di una possibilità, non c’è alcun obbligo essendo anzi affermata l’opportunità di ricevere il Copro di Cristo sulla lingua. Nessuna coscienza si senta violentata dunque. Facciamo tuttavia attenzione che, essendo una decisione della CEI, nel momento in cui affermiamo che è sbagliato (qualcuno arriva a parlare di sacrilegio), affermiamo che i nostri vescovi hanno sbagliato, creiamo divisione e sospetto verso i nostri Pastori … non credo questa sia opera divina.
Per questo motivo dubito anche delle presunte rivelazioni private (cui non è dovuta l'obbedienza della fede) che si opporrebbero a tale uso (per esempio http://allisonmisti.blogspot.it/2013/09/promesse-di-gesu-chi-non-riceve.html questo blog insieme alle “promesse di Gesù", arriva a parlare del papa come del precursore dell’anticristo. Dubito fortemente che queste rivelazioni contro la Chiesa e il suo Pastore siano di origine divina)
Mi piace ricordare  il pensiero di Benedetto XIV sulle rivelazioni private:
“Che cosa pensare — Egli si chiede — delle rivelazioni private approvate dalla Chiesa, quali, per esempio, quelle di S. Ildegarda, di S. Brigida e di S. Caterina da Siena?…”. E dà questa risposta: “Alle predette rivelazioni, anche se approvate, non si deve né si può prestare un assenso di fede cattolica, ma soltanto un assenso di fede umana, secondo le regole della prudenza, secondo le quali le suddette rivelazioni sono probabili e piamente credibili” (De Servorum Dei Beatificazione, L. III, c. 53, n. 15; cfr. L. II, c. 32; n. 11, Bassano 1767, t. III, p. 277; t. II, p. 138-139). Sottolineo che sta parlando di rivelazioni private approvate dalla Chiesa. Per quelle non riconosciute e che vanno contro i dettami della Chiesa ...
Personalmente, trovo che, fatto con l’attenzione e la consapevolezza di cui parlano sia S. Cirillo che la CEI, l’uso di ricevere la Comunione nelle mani sia altamente significativo: come mendicanti ci presentiamo a ricevere il Nostro Signore. Ci presentiamo da uomini e donne adulti (che non hanno bisogno di essere imboccati); prepariamo un trono al Nostro Signore prima nelle nostre mani e poi nel nostro cuore; Lo contempliamo qualche istante in un silenzioso, ma intenso dialogo interiore; infine comunichiamo alla Sua Passione e Morte.
Le obbiezioni più frequenti che mi sento rivolgere sono: “È una inutile novità”. Ho già citato sopra un esempio del IV secolo che mostra come quest’uso era quello della Chiesa delle origini. “Solo il sacerdote ha le mani consacrate”. Rispondo che il presbitero ha le mani consacrate per consacrare il Corpo e Sangue di Cristo (e amministrare gli altri sacramenti), non per avere l’esclusiva nel contatto con Lui. I diaconi e gli accoliti non hanno le mani consacrate, eppure la Chiesa dà loro il ministero di distribuire l’Eucaristia. Se poi il criterio è la consacrazione, quando ci è stata consacrata la lingua? Non dimentichiamo, infine, che per la consacrazione Battesimale, innestati in Cristo, siamo Re, Sacerdoti e Profeti.
Senza dubbio, è necessaria una adeguata formazione e una grande attenzione pastorale per evitare abusi e profanazioni più o meno volontarie. Non dimentichiamo, però, che anche fare la comunione, senza l’adeguata consapevolezza di ciò che si fa, anche ricevendola sulla lingua, è una profanazione (farla per abitudine; o perché ci si trova al funerale di un parente/amico; o solo per la devozione dei “primi nove venerdì”, magari non andando però a Messa la domenica …).
Ciò che è importante è accostarsi al Corpo e Sangue di Cristo pienamente consapevoli che stiamo facendo comunione con la Sua Passione e Morte per la salvezza del mondo. Stiamo unendo la nostra vita a quella di Gesù nella donazione d’amore al Padre e ai fratelli. Siamo chiamati quindi a vivere coerentemente. Se abbiamo unito la nostra vita a quella di Cristo nella sua donazione d’amore, tale donazione deve coinvolgere il nostro quotidiano: nel servizio gratuito e disinteressato ai fratelli; nell’accoglienza dei bisognosi; nel perdono gratuito ai fratelli che ci hanno fatto del male …
Concludo con l’invito a non prestare il fianco al maligno che tenta di dividerci su ciò che la Chiesa, guidata dallo Spirito, ha deciso.
Fra Marco.
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Prima di tutto bisogna considerare che questo modo di pensare era relativo e richiamava la Santa Pasqua, quando Cristo spezza il pane azzimo tipico della tradizione giudaica, che era di forma piatta circolare ma di grandi dimensioni, con gli apostoli, per cui anche poi S. Giovanni Crisostomo e S. Ambrogio prendono spunto da questo, non perché qualcuno glie abbia detto, cioè ispirati, ma semplicemente perché anch'essi condividevano quel pensiero comune a tutti i credenti, cioè di prendere la Santa Eucarestia nella mani, perché vi era necessità di rompere in pezzi il pane azzimo che non è morbido come il nostro tende ad essere un po’ duro, che Cristo passava a loro, per portalo alla bocca, quindi logicamente lo facevano in pezzi; l’ideazione della forma ridotta di “pane azzimo” in disco d’amido si è trasformata ad un certo punto nella storia della chiesa, ha mantenuto la forma circolare che nella simbologia sacra rappresentava il sole nascente che è Cristo, infatti i primi cristiani pregavano tutti rivolti verso il sole nascente cioè l’alba ad est, non verso Gerusalemme ed anche le chiese antiche avevano tutte la direzione dell’altare maggiore rivolta ad est. Ovviamente a quel tempo, chiunque e non solo i santi pensavano che quella fosse la procedura migliore, per ricevere il corpo di Cristo, visto che il primo a farlo fu Cristo stesso, ma per le ragioni descritte, se Cristo avesse avuto per le mani le nostre cialde, di piccola dimensione giuste da essere messe in bocca anche da un ambino, certamente le avrebbe usate, ponendole lui stesso nelle bocche dei suoi apostoli, per cui essendo quel pane azzimo fatto in quel modo, non poteva far diversamente, se non consegnarlo nelle mani degli apostoli. Consideriamo un aspetto da non sottovalutare, Gesù non da il pane e il vino a degli estranei ma solo agli apostoli, non da la Sacra Eucarestia a persone che non erano apostoli o discepoli suoi, questo significa che solo i consacrati possono ricevere e toccare con mano la sacra eucarestia, e significa che nessun altro lo può fare, il comando di Gesù di dare ad altri è impresso verso gli apostoli, altrimenti Cristo avrebbe dato l’eucarestia nello stesso modo, anche agli estranei e non si sarebbe nascosto alla vista del popolo durante l’ultima cena, dove appunto istituisce questo segno importante e fondamentale, ma avrebbe dato loro direttamente.

La chiesa a pretesto prende l’evento della moltiplicazione dei pani e dei pesci, sicuramente in quel contesto, fu la gente a servirsi da sola e in parte furono gli apostoli a servili, però visto che il pane era di dimensioni ragguardevoli non potevano far altro che spezzarlo loro stessi, per poterlo mangiare, era ovvio e logico. Nel nostro tempo invece la questione cambia, proprio perché l’Eucarestia non è più un pane di grandi dimensioni, come era quello azzimo, ma è una piccola cialda che sta giusta in bocca, e giustamente San Tommaso d’Aquino afferma che solo il sacerdote può amministrare la sacra Eucarestia. 

Seguendo la regola d’oro dello Spirito Santo, racconta che se due o più santi sono presi dallo Spirito Santo non possono dire cose in contraddizione tra di loro, per quanto siano in tempi diversi, perché lo Spirito Santo è perfetto, non ha tempo e non si contraddice mai, per cui vi è da capire chi di questi santi era nel giusto e chi parlava per propria volontà, si è questo, il problema fondamentale.

Allora stabilendo che S. Giovanni Crisostomo e S. Ambrogio (340-347 d.C.) vivevano in un periodo dove tutti dovevano rispettare alla lettera ciò che Cristo insegnava e aveva fatto, per cui ovviamente il prendere il pane in mano era ovvio, solo che nemmeno loro compresero che quel prendere in mano era relativo solo ai consacrati e non a chi non lo era, perché Cristo mai diede finché era in vita questo pane fuori dalla cerchia degli apostoli nelle mani di nessun altro, se non gli apostoli stessi e questo fa ben capire come in realtà doveva essere la questione, anche se nessuno al quel tempo pensò realmente cosa significasse non solo quel gesto, ma anche il farlo in quel mondo.

Poi S. Tommaso D’Aquino, (1567) afferma che solo il consacrato doveva e poteva toccare l’eucarestia con le sue mani, e nessun altro lo doveva fare. Da questo punto di vista si comprende bene che S. Tommaso D’Aquino era illuminato dallo Spirito Santo.

Ora se Dio spinge ogni essere umano a elevare la santità di Dio e del figlio Suo su ogni creatura, sopra ad ogni cosa, per cui lo Spirito Santo, fa si che tutto quello che richiama la presenza in terra di Dio; quindi anche l’Eucarestia venga sublimata e portata in alto più possibile dall'uomo, perché è corpo, sangue e spirito di Dio, per cui ovviamente lo Spirito Santo fa si che l’uomo percepisca un amore smisurato verso il Suo Dio e lo consideri il miglior oro fino, come l’oro viene custodito e pulito e fatto brillare su ogni cosa, con tutti i riguardi ancor di più l’Eucarestia che è corpo e sangue di quel Cristo Dio che si è sacrificato per noi, per cui giustamente il pensare di S. Tommaso D’Aquino è giusto e realmente ispirato dallo Spirito Santo, che sublima le intenzioni per ricevere nel modo più degno possibile la Sacratissima e Santissima Eucarestia, corpo e sangue di quel Sovrano che abita nei cieli eterni, perché non stiamo parlando del corpo di un vescovo, ne quello di un fantasma, ma del corpo Immortale ed Immacolato di Cristo, per cui è giusto e corretto che sia solo il ministro a poter toccare sempre con mani pure ed esenti da peccato, l’eucarestia, di conseguenza si evince che i due santi forse hanno parlato per sola tradizione, che fin a quei tempi era consuetudine e nessuno avrebbe dovuto porre mano diversamente, rischio di essere scomunicati, visto che si trattava di pane e non di particola d’amido. Per cui ovviamente nel 1567 lo Spirito Santo fa capire a S. Tommaso D’Aquino, quale fosse il reale pensiero di Dio, su questo argomento, solo il consacrato poteva amministrare il corpo di Cristo, e nessun altro lo doveva fare, proprio per una questione che non si ha per le mani, un qualcosa che appartiene all'umana natura, ma che diviene nel rito santo, Corpo, Sangue e Spirito della Maestà di Dio, cioè Dio stesso, per cui giustamente il santo dice nessuno, se non il consacrato lo deve toccare se non prendendolo in bocca direttamente. 

Potrebbe anche essere che lo Spirito Santo lo suggerì anche a qualcuno in quei tempi lontani, ma dato che era una prassi, considerare che si dovesse dar in mano il corpo di Cristo nessuno doveva pensar diversamente, per cui anche un possibile suggerimento da parte dello Spirito Santo non sarebbe stato accettato e credo proprio che fosse così la questione, infatti nei primi tre secoli ci furono diverse diatribe su molti argomenti, per cui ovviamente chiunque anche fosse ispirato non sarebbe stato creduto e per evitare scomuniche ed altro, era meglio tacere.

Ora che la CEI ha disposto che anche oggi si torni al pensiero antico, questo non è un segno di buona e Santa intelligenza, ma semmai il contrario, indica invece che si vuole tornare alle origini senza capire realmente le parole e i gesti Santi di Cristo, ma oggi giorno la scusa fu ed è che non è igienico, mettere in bocca la Sacra Eucarestia, si adduce che potrebbe esserci contagio, tra persona e persona; io dico ma il prete è sempre sanissimo? Che consegna l’eucarestia a mani nude senza un adeguata protezione? Visto che si fa di questi pensieri, che i partecipanti non siano sani!!!

Ecco la mia è solo una battuta provocatoria, in tanti secoli non è mai accaduto che qualcuno prenda malattie da questa pratica, ma se volessimo essere corretti ed igienisti allora il sacerdote dovrebbe indossare dei guanti bianchi, se proprio vogliamo essere precisini.

Ma questo da parte del clero fu un pretesto, specie da parte di quella parte di chiesa massonica che volutamente ha tolto l’inginocchiarsi quando si riceve il Santissimo Corpo di Cristo, ha tolto altre cosette, così ha tolto anche il dare la comunione di bocca, in questo modo si offende la volontà dello Spirito Santo che ha illuminato ed ispirato alcuni Santi . Ovviamente oggi giorno sempre più spesso si fanno cose che offendono la sacralità di Cristo, come per esempio si lasciano fare i preti ballerini che trasformando la chiesa in un grande balera, in cui tutti i presenti scioccamente partecipano, senza per altro che nessun bravo e santo vescovo come quello di Roma che li richiami, per cui ben si comprende quale sia il vero intento di tutto questo. Anche i così detti ministri laici, non sono previsti da Cristo, ma pura invenzione di quella parte di chiesa che si è arresa alla massoneria, con la scusa che bisogna essere moderni, e dar possibilità anche al popolo di essere parte integrante di quel corpo mistico e misterioso di Cristo, quasi fosse questo Cristo uno di noi, e non Dio incarnato, senza per altro nessun rispetto, per Sua Deità e Maestà, chi pecca in questo caso è chi da disposizione a tal cosa, quindi i rispettivi vescovi e poi ovviamente sacerdoti che scioccamente si adeguano, senza ascoltare la voce di quel povero Spirito che vorrebbe dire la sua, ma non gli viene permesso.

Ricordo al frate commentatore, che la CEI è costituita solo da uomini non da angeli, ne da Santi, per cui come uomini ragionano, se fossero anche vagamente illuminati dallo Spirito Santo non avrebbero dato tali disposizioni, perché lo Spirito Santo non si contraddice nei suoi pensieri, mai.

Le rivelazioni di Alison Misti posso dire di non essere vere per molte ragioni, innanzi tutto sono sogni, e non rivelazioni reali da apparizioni della Madre di Dio o di Cristo stesso, per cui non si può dir che siano frutto di una vera comunicazione, ma potrebbero benissimo essere semplicemente sogni o anche riportare testi di altri fatti propri e rielaborati in diversi modi, così come oggi giorno molti famosi pseudo veggenti fanno tra cui anche quelli di Medjugorje.

“Sottolineo che sta parlando di rivelazioni private approvate dalla Chiesa. Per quelle non riconosciute e che vanno contro i dettami della Chiesa ...”

Come anche, potrebbero essere non riconosciute, perché proprio non conosciute e non andare contro i dettami della chiesa. Se la chiesa non conosce un determinato veggente, ovviamente non potrà mai stabilire se le sue rivelazioni sono giuste o no, a meno che non siano pubbliche e non potrà mai dire se quello che afferma è del suo sacco o no, per cui mai valuterà se quei testi sono e derivano da una vera manifestazione. Semmai nel futuro qualcun altro potrà fregiarsi di quei testi per farli suoi e poi essere valutati dalla chiesa, come è già accaduto anche nel lontano passato e accade anche oggi.

“Mi piace ricordare  il pensiero di Benedetto XIV sulle rivelazioni private. “Alle predette rivelazioni, anche se approvate, non si deve né si può prestare un assenso di fede cattolica, ma soltanto un assenso di fede umana, secondo le regole della prudenza, secondo le quali le suddette rivelazioni sono probabili e piamente credibili”

Rispondo come lo spirito mi insegna.
Gli uomini sono servitori dell’Altissimo, lo spirito coglie i fiori e frutti migliori per dispensar all'uomo le volontà dell’Altissimo, si serve di costoro, ma non per renderli più grandi dell’Altissimo, come poi fa l’uomo, ma solo come mezzi di comunicazione con quella chiesa che non ha più orecchie per sentire la voce che grida nel deserto, la fede è e sta solo in Cristo e in nessun altro si deve dar fede, neppure in un pontefice  che è solo un uomo tra uomini.

“I diaconi e gli accoliti non hanno le mani consacrate, eppure la Chiesa dà loro il ministero di distribuire l’Eucaristia”

Cristo, non ha mai concesso a nessuno se non solo ai suoi apostoli diretti e stretti amici, di dispensare il suo corpo, la chiesa però s’inventa quello che ama di più, farsi Dio al posto di Dio.
Cristo disse a Pietro che era sposato aveva famiglia, lascia la tua famiglia e seguimi, i diaconi e altri non abbandonano la famiglia, come possono dispensar la Sacra Eucarestia, se non sono quello che Cristo ha comandato?

“Se poi il criterio è la consacrazione, quando ci è stata consacrata la lingua? Non dimentichiamo, infine, che per la consacrazione Battesimale, innestati in Cristo, siamo Re, Sacerdoti e Profeti.”

Mi stupisco che questo modernista di sacerdote faccia una simile asserzione, che dimostra una profonda ignoranza in materia di spirituale.
La lingua come elemento singolo e come parte del tutto di un corpo, la sua consacrazione avviene nel battesimo, poi nel rito della comunione ed infine nella cresima, ogni qualvolta il peccatore si appresta alla rito della confessione esso ritorna ad esse puro come era al momento del battesimo, comunione e cresima nel quale si riceve consacrazione di tutto il corpo compresa la lingua, per cui un credente che si avvicina alla Santa e Sacra Eucarestia in stato di grazia, anche la sua lingua lo è, per cui giustamente riceve in santità, la Maestà di Dio che non deve essere da nessuno toccata solo dal consacrato a Dio.

siamo Re” 
Anche questo è errato, solo uno è Re il Cristo di Dio, gli altri sono solo apostoli, sacerdoti e profeti, il Vicario non è Re, semmai proprio a volerlo un principe, ma come disse giustamente Cristo se il primo non si fa ultimo, come potrà essere re, e nessuno è Maestro se non Colui che è nei cieli.  
Vi piace sentirvi ciò che non siete, ne per dinastia, ne per spirito.
Proprio perché siamo apostoli e profeti che affermo queste cose.

”infine comunichiamo alla Sua Passione e Morte.”

Cioè fatemi capire la chiesa dispensa la sacra Eucarestia solo nella passione e morte?

E Santa Resurrezione no, non esiste più? Cioè si consacra solo per passione e morte ma non per resurrezione, molto interessante!!!!

“Senza dubbio, è necessaria una adeguata formazione e una grande attenzione pastorale per evitare abusi e profanazioni più o meno volontarie. Non dimentichiamo, però, che anche fare la comunione, senza l’adeguata consapevolezza di ciò che si fa, anche ricevendola sulla lingua, è una profanazione (farla per abitudine; o perché ci si trova al funerale di un parente/amico; o solo per la devozione dei “primi nove venerdì”, magari non andando però a Messa la domenica …).”

In questo gli do ragione, però, se la domenica non puoi, vai al sabato che è il giorno in cui Cristo operava le grazie più grandi.

“Concludo con l’invito a non prestare il fianco al maligno che tenta di dividerci su ciò che la Chiesa, guidata dallo Spirito, ha deciso.”

Certamente, lo Spirito Santo è sempre sulla chiesa, ma se gli uomini di chiesa, ascoltassero questo Benedetto e Santissimo Spirito Santo che parla sussurrando ai loro cuori, gridando in ogni dove in una landa desolata, forse gli uomini di chiesa non sarebbero presi ad ascoltare la voce che urla nelle loro menti, quella del maligno e dei loro più piccoli e turpi pensieri, economici, politici e di potere, che molto spesso fa compiere a costoro, disastri, immani nella chiesa, con la perdita di innumerevoli anime, ma il frate dimentica che la verità di Cristo è sempre vigile, Cristo non dorme, veglia sempre e giudica sempre, se la chiesa non impara ad ascoltare lo Spirito Santo essa per sua volontà si distruggerà ed è quello che oggi stiamo assistendo.

Quando si ascolta la voce del proprio io o ego, negando allo Spirito Santo la parola e il giusto pensiero, ecco che sorgono falsi profeti, falsi Maestri, anche anticristi o antipapi.
I preti devono imparare a dire la verità e non mentire per convenienza o paura.
I preti, come fu l'Immacolata a Lourdes a chiamarli!!!! 
…….

Se Francesco I° alias Bergoglio da, la Santa Eucarestia in bocca perché il resto del clero deve far diversamente visto che il Vescovo di Roma fa così?

Non dovrebbe tutto il clero far quel che fa il suo primo Ministro!!!!?
Da una parte abbiamo coloro che lo seguono fanno quello che dice, solo quando quello che afferma gli fa comodo, mentre quando quello che afferma non fa più comodo, ecco che non lo fanno, allora cari signori preti, dove sta la vostra coerenza di essere seguaci di questo Vescovo, perchè nella realtà non lo siete, ma con quel che fate e dite siete contro tutto e tutti, vi dovreste decidere da che parte porvi, con sincerità e verità e non essere sempre delle banderuole. 
Forse Cristo non ha detto che i tiepidi lui li vomita?





Se Cristo per te è Re, come ricevi un sovrano?

Con la massima regalità, con la massima riverenza, e con la massima umiltà, ti pare giusto ricevere un Dio che è Re, che ti salva e ti dona la vita eterna nella tue mani, che potrebbero essere anche sporche di piccoli peccati?

Questa chiesa degli uomini, ha perso la dimensione del Cristo Re e Sovrano, tenendo molto più a quella del Cristo uomo, tra gli uomini, è no, cari signori, se non fosse stato per il Padre Eterno che si è incarnato in un corpo chiamato Figlio, nessuno di voi sarebbe qui ora, quindi date alla Maestà di Dio, tutta la regalità che merita, perchè voi come noi glielo dovete, non solo come suoi ministri, ma prima ancora per essere stati salvati e lavati nel Suo sangue, almeno per questo!.


importante

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!